Dal 3 al 15 novembre la galleria d'arte San Vidal a Venezia ospiterà le opere del pittore Mauro Martin, di ventitre anni. Martin ha frequentato il liceo artistico sotto la guida di Raffaele Pontecorvo, ora è giunto alle soglie della laurea in architettura. (...) Dall'analisi delle tematiche presentate, ha rilevato che le "prefigurazioni culturali suscitano i prestigiosi assunti dell'antroposofia steineriana". Non conosco personalmente M. Martin, né ho visto le sue opere, ne scrivo perché un giorno entrando in quella prestigiosa stamperia di Luigi Vivenza m'è capitato sottomano già impaginato, sobrio e pur elegante, il depliant della vernice veneziana di Martin. Ho curiosato tra i fogli e alcuni immagini riprodotte in bianco e in nero, hanno sensibilizzato la mia attenzione. (...) Mauro Martin dipinge lo spazio, proprio quello di Euclide, della tridimensionalità, la cui certezza la possono toccare con mano solo gli astronauti. (...) La dosatura del pennello ne ha fatto una realtà riassunta, ricomposta, evocata, distaccata dalla natura, in coerenza rigorosa e razionale alla pittura del nostro tempo che vuole, sull'arte, un'idea chiara e precisa. (...) Oscar Grimaldi - La Gazzetta di Chivasso - 1977

(...) esporrà a Venezia alla galleria d'arte San Vidal dal 3 al 15 novembre prossimi. L'artista ventitreenne, ha studiato al liceo artistico di Torino sotto la guida illuminata di Raffaele Pontecorvo, uno degli esponenti più di prestigio del mondo artistico torinese. Sedici lavori verranno esposti nella città lagunare, una delle piazze più prestigiose per il mondo della pittura. Tra poco si laureerà in Architettura, proseguendo gli studi intrapresi a suo tempo, al liceo artistico. Nella pittura di Martin si riscontrano come elementi fondamentali i tratti geometrici, a volte sublimati da esperienze di origine soprannaturale come sta a dimostrare la tela 70x100 intitolata "Visione mistica". (...) Edgardo Pocorobba - La Periferia - 1977

RECENSIONI

Un cavaliere, un triangolo, un parallelepipedo: questi i segni distintivi della pittura di Mauro Martin, giovane artista al suo debutto. Martin espone alla galleria d'arte San Vidal, di fronte al ponte dell'Accademia, nota galleria del centro storico veneziano, di proprietà dell'UCAI, l'Unione Cattolica Artisti Italiani. (...) ha voluto tenere la sua prima personale a Venezia anche perché al capoluogo lagunare lo legano affetti, ricordi, amicizie. La madre è infatti veneziana, (...). Ma parliamo di questa sua prima mostra veneziana, dove espone un gruppo di opere "le cui prefigurazioni culturali - osserva il prof. Pinzan - suscitano i prestigiosi assunti dell'antroposofia steineriana. L'evocazione dell'Ulisse universale, il cavaliere, sembra emergere dalle vibrazioni d'una materia pittorica che è ancora sulla via della sua evoluzione luminosa. La dimensione saliente, prescelta per la sua oggettivazione e narrazione della sublime avventura del sé, è quella spaziale. Essa è realizzata mediante superfici asettiche e avulse da qualsiasi riverbero pittorico, dislocate in tenui alternanze cromatiche inscriventi prospettive essenziali". "La rilevanza dell'impegno e la costante autonomia filologica, la progressiva decantazione del pigmento - conclude il prof. Pinzan - raccomandano all'interesse dei veneziani questo giovane pittore". Giovane di anni, sì, ma già ricco di talento, riflettendo, del resto, gli insegnamenti di Raffaele Pontecorvo. (...) ricorda i suoi maestri: oltre a Pontecorvo, per la pittura e il disegno, l'architetto Scolari, che lo ha instradato nella ricerca di prospettiva. (...) L'opera di Martin, che riflette l'insegnamento architettonico e quello surrealista di Pontecorvo, è volta in definitiva alla ricerca - attraverso il sogno surrealista, appunto - intesa a sondare "il mondo dei miti, di queste cose che ci sono, dei miti e delle credenze misteriose". L'indagatore è proprio il cavaliere misterioso del Carpaccio, cioè Martin stesso, e la ricerca avviene, come sin dai tempi di Omero, all'ombra dell'Onnipresente, dell'Altissimo, della presenza divina che tutto alla fin fine, permea della sua perfezione". Mario Garano - Messaggero Veneto - 1977

Un certo qual rigore metafisico regge le pitture di Mauro Martin (galleria San Vidal). Fughe spaziali, scansioni di parallelepipedi, tracciati geometrici: il ricordo va al razionalismo architettonico fine anni trenta. I quadri più riusciti sono, in realtà proprio i meno descrittivi: cioè quelli in cui l'assunto purista è portato più avanti, al limite dell'astrazione. Una mostra interessante, comunque, che ci rivela per la prima volta un giovane dotato di personalità. Paolo Rizzi - Il Gazzettino di Venezia - 1977

(...) Nello scorso autunno si è brillantemente affermato a Venezia, con la prima personale che ha avuto luogo presso la galleria d'arte San Vidal, suscitando vivo interesse sia tra il pubblico, che tra i critici. Tra questi ci piace ricordare l'opinione del prof. Pinzan il quale in alcune note ha avuto modo di affermare: "la dimensione saliente, prescelta per l'oggettivazione e narrazione della sublime avventura di sé, è quella spaziale. Essa viene realizzata mediante superfici asettiche e avulse da qualsiasi riverbero pittorico, dislocate in tenui alternanze cromatiche inscriventi prospettive essenziali". I suoi spazi "euclidei" non restano fini a sé stessi ma acquistano vitalità come elementi emblematici dell'intimo dell'artista. Prevale, nelle sue più recenti opere, la figura di un "cavaliere", che potrebbe sembrarci distaccata dal contesto pittorico ma che assume un profondo significato per il giovane Mauro Martin: è l'essere umano costantemente rivolto alla ricerca di un approdo spirituale. L'assenza formale di dinamismo potrebbe essere interpretata come uno schiacciante prevalere della morte sulla vita che, a nostro avviso, invece viene ad essere affermata nell'esaltazione cromatica delle tenui sfumature, nei suoi cieli luminosi, nelle profondità marine, indifferenti al lento trascorrere del tempo ed alla nostra enigmatica esistenza, inutilmente rivolta all'appagamento della nostra ansia di vivere. (...). Raffaela Silvi - Gazzetta del Sud - 1978

(...) Il venticinquenne pittore si è imposto all'attenzione del pubblico e della critica a Venezia, in una città quindi dove a parlare di arte, ma proprio quella con la "A" si è di casa. Ed è nella città lagunare che Martin ha esposto i suoi lavori ad olio, alla galleria San Vidal, (...). In quella occasione il pittore chivassese ha esposto ben sedici quadri ad olio con soggetto fisso: il tema del cavaliere. Il cavaliere viaggia nel mondo dei misteri, in un mondo immaginario, metafisico: è alla ricerca della magia, quella "buona" per intenderci, la magia del bene che lotta continuamente contro il mondo della realtà, con tutte le brutture le nefandezze che in esso sono contenute. C'è quindi un ponte nei quadri di Mauro Martin, un ponte gettato tra finzione e realtà alla ricerca della magia. C'è quindi molto fascino nei lavori di Martin, il fascino del mistero, dell'ignoto del supremo ente. Ed infatti in tutti i suoi lavori compare in piccole o grandi dimensioni il triangolo come segno della perfezione trinitaria. Ma la pittura di Martin al di là dell'apparire a prima vista solo come astratta e concettuale ha profonde radici nel mondo dei classici, del barocco, anche del rinascimento: i suoi "davanzali" ai quadri riallacciano l'osservatore al sommo Giovanni Bellini tanto per fare un esempio, al Perugino e via discorrendo. L'astrattismo tanto deprecato da molti in quei grandi trova illustri precursori ed in Martin uno dei prosecutori più promettenti. L'uso del colore è di altissima scuola del passato veneziano: si riconoscono i cieli del Tiepolo, tutti sfumati in un chiaroscuro sereno e riposante. Eppure Martin all'apparente calma immota dei suoi quadri appone senza dubbio la furia costruttrice del proprio "io". (...) E' un antiromantico per eccellenza, non posa da bohemienne, e sente la pittura a modo suo, del tutto personale. (...). Edgardo Pocorobba - La Periferia - 1979

L'aspetto che maggiormente riflette la pittura di Mauro Martin è quello culturale, dovuto alla serietà d'indirizzo, di tecnica, di ideazioni, di maturazione pittorica. E' seme che già fruttifica poiché Martin ha ripreso, sensibilizzandoli con senso di equilibrio, di misura e di proiezioni, modi ed ideali prossimi e remoti del clima metafisico di De Chirico e delle intuizioni surrealiste di Breton, interpretate con singolare ispirazione e libertà espressive. Da alcune opere traspare quell'interno lume individuale la cui descrizione non abbisogna di macchinose giustificazioni, ma delle parole semplici, popolari e lampanti quali usava il Vasari - architetto, pittore e storico d'arte - che si limitava a registrare l'abilità, la bravura, la buona educazione professionale del pittore senza perturbanti interferenze (...). C'è nelle composizioni di Martin la carica provocante del surrealismo con il suo specifico linguaggio, né complicato né difficile, sia nella prospettiva sia nella misura, l'una e l'altra esaltate dall'intransigente accostamento cromatico da far sì che il sogno rifletta in modo di vivere. La mostra è completata dalla grafica di Mauro Martin, una breve raccolta di figure di donna in bianco e nero: volti espressivi di uno stupore metafisico, di fulminea comunicazione in cui anche le ombre leggere e sfumate, donano riverberi di luce. Oscar Grimaldi - La Gazzetta di Chivasso - 1979

(...) La presentazione del giovane ma affermato pittore è stata tenuta dal prof. Francesco Capello che oltre ad essere un chiarissimo docente al liceo artistico di Torino è meglio noto ai chivassesi come uno dei più qualificati esponenti dell'arte pittorica. Le parole affettuose di Francesco Capello hanno toccato il cuore di tutti: infatti egli rivolgendosi all'amico Mauro ha dato alcune definizioni che considererei fondamentali nella storia e nello sviluppo della pittura contemporanea. Capello ha affermato che Martin non solo è un giovane pittore nel senso dell'età, ma è vecchio, nel senso buono del termine, come artista, cioè possiede, diciamo noi, la maturità dell'artista, la convinzione di voler produrre un discorso culturale veramente qualificato, e ciò che più conta ed ha valore, un prodotto sentito, cioè una vera e propria opera d'arte. Il tema del cavaliere solitario che viaggia nel mondo dei misteri, nel mondo immaginario e metafisico, la presenza sulle tele del triangolo trinitario, indice della perfezione interiore, i davanzali ai quadri sull'esempio dei rinascimentali, l'uso del colore di natura tiepolana, i disegni di donne, le litografie, tutto concorre ad evidenziare il mondo e la magia metafisica, astratta, surreale, incantata di Mauro Martin. (...). Edgardo Pocorobba - La Periferia - 1979

Rivisitazioni, omaggi, ammiccamenti ed occhieggiamenti verso immagini del passato. L'operazione figurale di Mauro Martin, pur nei "rifacimenti" dichiarati, possiede tuttavia una propria originalità, una misura personale che viene espressa innanzitutto nella qualità disegnativi e pittorica e nella reinvenzione di una atmosfera vagamente metafisica. I risultati appaiono dunque accattivanti da un lato ma non privi di un certo fascino e di una dose di mistero. Enzo Di Martino - Il Gazzettino di Venezia - 1982

La "San Vidal" presenta Mauro Martin. La costruzione d'ogni dipinto, con la definizione prospettica e geometrica delle forme, partecipa alla identificazione dei suoi "omaggi", dei "ritratti", dei riferimenti al passato che è ancora e sempre il presente, espresso così in reinvenzioni. Storie parallele motivate dal colore, dal disegno e da una traccia metafisica che ne avvalora la compostezza. Giulio Gasparotti - Arte - 1982

Mauro Martin torna a Venezia per la seconda volta; è una bella impresa per il nostro chivassese che onora in questo modo la nostra città e l'arte del dipingere. Martin, unico fra tanti pittori e pseudo tali, ebbe a debuttare come artista proprio nella Serenissima, in quella perla cioè che ha saputo tenere a battesimo le più grandi celebrità del mondo artistico contemporaneo. Martin torna a Venezia, alla galleria San Vidal, a pochi passi da quel ponte dell'Accademia e dalla casa della Guggenheim. Produzione completamente rinnovata, soggetti interessantissimi, Martin si ripropone ai veneziani con un nuovo abito, ancora più sontuoso e sfarzesco del precedente. Nei lavori ad olio e dodici grafiche faranno bella mostra di sé in questa personale tutta da scoprire, in questa galleria ove si potrà ammirare un Martin ancora più maturo, ancora più sicuro, ancora più artista. E l'augurio che gli possiamo rivolgere è di avere non solo successo ma tanta sincera ammirazione per la sua arte che non è comune perché è troppo intelligente. Edgardo Pocorobba - La Periferia - 1982

(...) poiché nelle composizioni di Mauro Martin, riprodotte in litografie e rese cromatiche con la tecnica della tempera all'uovo in uso nel XV secolo, che rende setoso e perfetto ogni particolare, (...) infatti in questo mondo povero di idee ecco che qualcosa di nuovo si affaccia sull'orizzonte artistico, compenetrandosi in modo armonico con i tempi, le storie, i sentimenti in uno sviluppo narrativo sottolineato ed evidenziato dagli stessi titoli delle opere: "amore lapideo", "il sogno dell'alchimista", "il palazzo del mago", "ritratto di amica gentile" e così via. Dunque un interesse pittorico non in chiave romantica, ma di sequenze evolutive in cui la capacità di Martin di codificare ed articolare processi culturali e periodi storici più recenti accanto ad altri più remoti, proietta nel futuro un costruttivo sforzo di immaginazione in armonia con un mondo che noi abbiamo imparato a conoscere con meraviglia ed allarme dopo essere invecchiati quel tanto che basta per capire quanto sia strano. Per noi, non per Martin che con il suo operare in un "nuovo neoclassico" restituisce, di quel mondo, luci, ombre e sentimenti del passato per vedere più chiaramente i nostri sogni. Oscar Grimaldi - La Gazzetta di Chivasso - 1982

(...) nei suoi dipinti sono raffigurati dei personaggi ispirati alla bellezza classica e al fasto delle corti cinquecentesche. Sono dame e cavalieri, nei loro ricchi costumi, ambientati, però in una atmosfera moderna, immersi quasi in un mondo metafisico. Stridente contrasto e nel contempo affascinante connubio tra antico e moderno. Aristide Ballis - Corriere Veneto - 1982

Mauro Martin, trentaduenne, pittore, architetto, insegnante. Potrebbe essere sinteticamente la carta di presentazione di un artista. Cresciuto alla scuola di Pontecorvo, ha assimilato dal maestro un modo del tutto particolare di concepire l'opera d'arte, fondata sulla grafica e su un rigoroso rispetto del disegno. Legato, quindi, allo strutturalismo, ha svolto in questi anni un tema, del tutto personale, intorno alla ricerca della "pietra filosofale":un'indagine retrospettiva di grande respiro e nel medesimo tempo intimamente legata ai fatti della propria vita quotidiana; un interrogarsi costante e progressivo di fronte alle angosce ed alle frustrazioni che la vita può offrire, ma anche una scoperta continua di se stesso in rapporto con gli altri. Adesso Martin ha voltato pagina. Rinnegazione del passato, ripensamento circa un modo d'intendere la pittura? Nulla di tutto questo. Molto semplicemente è approdato al paesaggio, alla contemplazione della natura e delle cose che ci circondano. Si sente tanto parlare di neo - romanticismo, cioè di un ritorno al passato, di una riscoperta estremamente personale di un mondo scomparso. Ma anche nella pittura precedente di Martin erano già presenti queste immagini, poste decisamente in lontananza, rispetto ai soggetti principali; adesso, questi alberi, questi prati, queste case, come in una zummata sono venuti in primo piano per essere contemplati integralmente. Gradevole ed uniformemente distribuito il colore, quasi monotonale, appena diversificato in impalpabili sfumature. (...) Edgardo Pocorobba - La Periferia - 1986

(...) artista che è riuscito a scavarsi un proprio spazio nel vasto panorama pittorico, Martin ha una seria preparazione alle spalle. E' stato infatti allievo di Raffaele Pontecorvo, indiscusso maestro del surrealismo torinese. Martin ha iniziato la sua carriera artistica nel 1977, presso la storica galleria San Vidal di Venezia, che da quel momento ha seguito la carriera del pittore, curandone mostre e immagine professionale, supportate da autorevoli giudizi critici. L'artista propone una pittura che viene considerata fuori dagli schemi ordinari, perché si distacca dai cosiddetti "stili". La sua è una continua ricerca pittorica, che si avvale di un sofisticato uso del colore e si rivolge verso un mondo quasi incantato, parallelo al nostro, ponendo l'osservatore di fronte ad una atmosfera di mistero relativo. Risulta reso possibile dal fatto che Martin ha un modo di dipingere talmente intriso di concetti filosofici da fare considerare la sua arte "una pittura fatta di pensiero". Quadri che sono veri racconti dipinti dai quali traspaiono emozioni, sentimenti, a volte perfino appunti di viaggio. Le sue opere in definitiva ci mettono di fronte ad un artista la cui pittura è decisamente intellettuale e nel contempo incredibilmente moderna. Enzo Sapia - Risveglio del Canavese - 1990

(...) perché egli affronta non soltanto le forme, i colori, lo spazio, ma tutta la sua vita, tutto il modo che egli ha di concepire l'esistenza umana. Si potrebbe definire la pittura di Mauro Martin come l'arte coniugata alla filosofia dove la ricerca del Bene, dell'Assoluto non passa attraverso le parole, scritte o dette, ma per mezzo del pennello che si posa con scrupolosa precisione ora sulla tela ora sulla tavola, talvolta sul cartoncino per presentarci di volta in volta, oli, litografie, tempere all'uovo intrise di sapori magici ed orientali, caratterizzate dalla presenza dell'oro e dell'argento. (...) Edgardo Pocorobba - La Nuova Periferia - 1990

(...) In questa personale, Mauro Martin, più che in passato, fa la rassegna del suo operato; una sorta, quasi, di esame di coscienza pittorico, un guardarsi allo specchio per comprendere a che punto si trova la sua arte e quale ispirazione debba intraprendere in vista del terzo millennio. Una personale che diventa emblematicamente un'antologica nella quale sono raccolti, con molta sobrietà, nell'austera cornice della chiesa di Santa Croce, lavori che rappresentano le tappe più diverse della carriera singolare di Martin, pittore schivo e riservato in un mondo di chiacchieroni narcisisti. Opere in bianco e nero, spesso elaborate a colori, della sua prima generazione, quella dedicata alla ricerca dell'Io, rappresentato dal "Falconiere" e "dall'ideale di Donna"; opere della seconda generazione, ad olio, con splendidi ritratti che risentono di una profonda conoscenza dell'arte antica ed infine opere, se così ci è lecito definirle, della terza generazione, nelle quali Martin dice la sua in campo paesaggistico, un argomento dal quale si è sempre tenuto volutamente distaccato, (...). Edgardo Pocorobba - La Nuova Periferia - 1992

(...) del pittore Mauro Martin, presente domenica, alla sua personale al 72 di via Cravero. Hanno scritto di lui numerosi critici, definendo la sua pittura "... impregnata di un aristocratico esoterismo, di ritualità ..." (A. De Bonret), caratterizzata "... da una costante ricerca che ci rimanda ad esperienze antiche che ben si inserisce nel contesto delle esperienze figurative del nostro tempo ..." ( F. Capello). (...). Loredana Bagnato - Il Risveglio del Canavese - 1995

(...) il depliant di invito contiene una recensione del critico d'arte chivassese Gianni Bertolino che inizia bene affermando che negli anni Venti del Novecento, lo scrittore Massimo Bontempelli prendeva in considerazione la pittura del Quattrocento definendola di realismo magico. Con questa definizione si veniva a creare un legame più che stretto tra l'arte rinascimentale e quella della prima metà del Novecento. E' un po', da sempre, lo sguardo e l'attenzione di Mauro Martin che è pittore sensibile e, al tempo stesso, schivo, fuori dalla mischia di chi sgomita per avere un posto in prima fila. La ricerca del magico, del misterioso, permette a Mauro Martin di rileggere il Rinascimento lagunare di Vivarini, di Bellini e di Carpaccio. (...) per ammirare, nel posto giusto, i quadri di Mauro Martin, un pittore che è alla continua ricerca di sottili atmosfere ovattate come quelle che soltanto la laguna è capace di conferire, di comunicare, di permeare. Edgardo Pocorobba - La Nuova Periferia - 2001

Ciò che non appartiene alla sfera del reale era già noto all'arte del XV secolo, ma è soprattutto in quello appena trascorso che abbiamo scoperto "coscientemente" i concetti di surrealità e di metafisico. Come accade di vedere in questi dipinti del piemontese Mauro Martin che sovrappone deliberatamente le memorie e le situazioni alle quali esse si riferiscono. Realizza per tale via una sorta di "realismo magico" all'interno del quale convivono pacificamente un San Giorgio e il drago ed una figura malinconica per la partenza di una nave. Martin dipinge dunque paesaggi onirici, condizioni dell'anima, utilizzando un buon mestiere e soprattutto una immaginazione lucida e controllata. Enzo Di Martino - Il Gazzettino - 2001

(...) all'inaugurazione la mostra è stata presentata dal critico prof. Giorgio Pilla, anche nella sua veste di segretario dell'Ucai veneziana. Egli ha voluto porre in evidenza, come Martin, vero maestro della pittura, si esprima nelle sue tele attraverso momenti onirici, per una sorta di purezza in passaggi epocali, sublimati da una natura lussureggiante: un emotivo scenario pittorico. Noi, che con piacere abbiamo ammirato le opere dell'artista, abbiamo visto immagini da sogno, stupendamente espressive di un linguaggio artistico che si rifà alla rilettura del '400 veneziano in chiave rigorosamente strutturalista e a richiami rinascimentali entro una concezione moderna. Opere di un maestro che, dopo ricercate esperienze, giunge ad una pittura "intimista" o di "realismo magico". Accennando ad alcune immagini, citiamo una serie di meravigliose figure femminili o ritratti, alcune delle quali potremmo definire vere dame del '500 in versione contemporanea e in fascinosi atteggiamenti espressivi. Altre opere rappresentano un mondo sognato, gioioso e fiabesco ma anche alquanto vero: splendidi paesaggi in vallate montane, visioni dolcemente accarezzate da pennellate di colore in deliziose sfumature, giocate sul tema delle montagne, e che fanno da sfondo a fascinose strutturazioni geometriche per composizioni che coniugano realismo e surrealismo entro un gioco di lineari geometrie, come un cavallino di legno ed un Pinocchio; come una piscina con al centro alcuni alberi di pino ed allungate torri espressive di un'architettura moderna. In queste immagini Martin, attraverso la purezza "colore - luce", dona splendore al suo emotivo racconto che si delizia nella evocazione della terra, dell'acqua, del cielo. (...). Orfango Campigli - Gente Veneta - 2001

(...) a Milano, presso la galleria Lazzaro by Corsi, per la rassegna artistica le forme del pensiero, esporrà Mauro Martin. Reduce da un lusinghiero successo a Venezia, Martin prosegue, secondo il suo stile, silenzioso e meditativo, la propria carriera artistica che gli permetterà di far conoscere quattro tele di particolare interesse: il palazzo del mago, il sogno dell'alchimista, Nikita e marina. Le opere saranno collocate accanto ad altre, di pittura e di scultura, di importanti e qualificati artisti italiani: (...) Edgardo Pocorobba - La Nuova Periferia - 2001

(...) Raffinato artista torinese, pur collocata nel filone del realismo la sua pittura, con una tecnica misurata nel disegno, il colore luminoso e trasparente dagli accostamenti distaccati, acquisisce valenze metafisiche. Emblematico il "Palazzo del Mago" (...) Dino Gavagnin - La Repubblica - 2001

(...) raffinate e colte le ambientazioni di ascendenza metafisica di Mauro Martin (...) Gabriella Niero - il Giornale - 2001

(...) nell'artista Mauro Martin, pittore torinese, vi è accoglimento delle realtà pur nel desiderio di un suo superamento. Così il "Palazzo del Mago" rappresenta proprio l'utopia. Anche le figure femminili si fanno motivo di tensione verso la perfezione (...) Francesco Valma -Brescia Oggi - 2001

(...) e l'artista Mauro Martin, colto pittore torinese, attraverso un "sogno metafisico" testimonia con estro fantasioso "il suo desiderio - come afferma Paolo Rizzi - di scavalcare la realtà senza negarla" (...) Orfango Campigli - Secolo d'Italia - 2001

(...) uscire dal tempo sembra essere il desiderio di Mauro Martin che attraverso il sapiente uso del colore e delle scelte tematiche ci porta sulle ali della fantasia (...) Giulio Gasparotti - Il Giorno - 2001

(...) Mauro Martin, torinese, l'artista parte dalla realtà, ma ne crea un'altra, illusoria e quasi gioca sull'ambiguità tra le due dimensioni (...) Dino Gavagnin - Avvenire - 2001

(...) Mauro Martin ci offre un sogno metafisico e fantastico con splendide immagini entro un percorso nitido, sfuggente ed appagato di bellezza creativa (...) Orfango Campigli - Libero - 2001

(Corniceria Lo Scorpione, Chivasso - personale - 2001) (...) le opere di Mauro Martin rilevano tutto il loro fascino misterioso, un'aura esoterica le avvolge, come ha giustamente affermato nella sua presentazione, Fabrizio Spegis, noto storico locale chivassese. La prefazione all'invito della mostra, vergato da Gianni Bertolino, pone in evidenza, con corretta interpretazione il legame tra il disegno, base fondamentale dell'arte di Martin, e la realizzazione del quadro ad olio. Il parallelismo tra l'arte di Martin e i riferimenti stilistici, i rimandi culturali al '400 veneto, al Bronzino, ai preraffaeliti, sono quanto mai pertinenti, coniugati, tra l'altro, con grande gusto, garbo e signorilità con quanto di meglio abbia prodotto la cultura del '900, dell'art noveau alla metafisica di De Chirico (...) Edgardo Pocorobba - La Nuova Periferia - 2001

(...) torna ad esporre nella sua città, dopo una lunga assenza ma, soprattutto, dopo i successi ottenuti a Venezia e a Milano (...) è tornato con la sua riservata discrezione sulla scena artistica chivassese, per comunicarci nuove emozioni. Sono sensazioni che vengono da lontano, da quel mondo trecentesco e quattrocentesco che ha saputo dare, a livello pittorico, una base, una ragione di vita per il caro amico chivassese (...) Edgardo Pocorobba - La Nuova Periferia - 2001

(...) questo artista che ricerca in silenzio la propria strada, senza mai spendere una parola sui suoi lavori, ha attraversato diverse fasi pittoriche,passando da un realismo quasi metafisico all'astrazione, sempre tenendo in gran considerazione il disegno e la forma. Anche le sue "buste", o i dipinti informali tuttora visibili nella galleria del comune di Chivasso, non hanno lasciato nulla al caso o al disordine: semplicemente hanno voluto percorrere altre vie comunicative, esprimere altri stati d'animo. Oggi Martin ha scelto di ritornare alla figurazione, ricco però di tutta l'esperienza accumulata in questi anni di lavoro (...) Diego Bionda - Il Risveglio Popolare - 2001

(...) accolta con grande entusiasmo dal pubblico la personale di Mauro Martin, attualmente allestita presso lo spazio espositivo della corniceria Lo Scorpione di Chivasso. L'inaugurazione affollatissima ha dimostrato l'interesse e l'affetto di molti chivassesi nei confronti di questo artista che ha presentato numerosi lavori realizzati negli ultimi tre anni. Il filo conduttore di questa mostra è la figura, sia essa ritratta, come nelle accurate matite, o semplicemente evocata o citata come nei dipinti ad olio su tela. Anche il castello che si specchia nel lago, o le indecifrabili grafie tracciate sullo sfondo di un paesaggio, testimoniano la presenza umana, o il suo passaggio, in questi luoghi immaginati dall'artista. Ulteriore discorso è quello dei manichini da pittore, che anziché servire da modello per comporre la figura, assumono loro stessi posture umane prendendo a modello personaggi di celebri dipinti. Il pittore ha infatti deciso, in questo gioco di citazionismo affrontato in alcune opere, di sostituire ai personaggi raffigurati in alcuni dipinti del Bronzino, manichini in legno a grandezza naturale che ne assumono l'esatta posizione. La ricerca di Martin è comunque nel suo insieme tesa a superare la semplice figurazione: tutti i dipinti in mostra, anche i semplici ritratti, sono permeati da un'atmosfera di sospensione metafisica, molti nascondono o lasciano trasparire citazioni o simboli, nessuno si limita a descrivere semplicemente una scena (...) Diego Bionda - Il Risveglio Popolare - 2001

(Galleria Della Pigna, Roma -"Al di là dell'immagine" - Ricerca di spiritualità in venticinque artisti - 2002) (...) surreali le tele di Mauro Martin che attraverso limpide vedute trasfigura un mondo magico e irraggiungibile (...) Gabriella Niero - Messaggero di Roma - 2002

Arte chivassese a Roma, nella mostra "Al di là dell'immagine", inaugurata il 21 marzo presso la Galleria della Pigna. Il pittore Mauro Martin prende parte alla collettiva che, fino all'8 aprile, presenterà le opere di 25 artisti italiani. Mauro Martin, artista a cavallo tra realismo e pittura metafisica, ha recentemente esposto a Chivasso e Venezia (...) la pittura di Martin, spesso densa di citazioni dei maestri dell'arte antica rivisitati in chiave metafisica, espone la propria interpretazione della spiritualità nell'arte, tema con cui gli artisti che prendono parte a questa collettiva si sono misurati. Diego Bionda - Il Risveglio Popolare - 2002

(...) con grande tecnica di disegno e di colore ci offre opere di realismo fantastico (...) D. A. Pendolin - La Repubblica - 2002

(...) equilibrate e intrise di luce, le opere di Mauro Martin sono lo specchio della sua personalità volta alla ricerca di perfezione spirituale (...) Peres - L'Osservatore Romano - 2002

(...) Mauro Martin nelle sue immagini fa risaltare la limpidezza architettonica come perfezione ideale e spirituale (...) Orfango Campigli - Il Tempo - 2002

(...) tende alla perfezione classica come ricerca di spiritualità. Il "Palazzo del mago" ne è esempio (...) Mario Nazareno - Avvenire - 2002

(...) la pittura di Mauro Martin tende a recuperare una perfezione classica che diviene ricerca di spiritualità (...) Francesco Valma - Il Giornale - 2002

(...) Mauro Martin, artista torinese, ci avvince per l'ordine e la limpidezza architettonica delle sue immagini dove, con il "palazzo del mago", vi è una classicità ch'è ricerca di spiritualità (...) Orfango Campigli - Il Secolo d'Italia - 2002

(...) Mauro Martin, autore torinese, usa un limpido filtro pittorico per realizzare surreali ambientazioni che attraverso fantasiose vedute trasfigurano un mondo magico ed irraggiungibile in cui è bello inoltrarsi. Spicca tra gli altri il quadro Il palazzo del mago (...) Gabriella Niero - Archivio - (mensile d'arte) - 2002

(...) visioni apollinee che hanno il potere di trasformare ogni cosa descritta in una concretizzazione di segni quotidiani di purezza e gioia interiore che ci sono negati dal sovrapporsi di avvenimenti rudi e beceri. L'artista torinese sembra aver la capacità di depurare con la sua pittura ogni negatività, costruendo paesaggi e città da hoc per tutti coloro che anelano ad una convivenza scevra da traumi psichici e violenze gratuite (...) Giorgio P. Cavalli - Artecultura - (mensile d'arte) - 2002

(Galleria Gadarte, Firenze - "Sensazioni e sentimenti" - venti artisti a Firenze) (...) Mauro Martin realizza surreali ambientazioni architettoniche accanto a seducenti figure femminili viste sotto un profilo arcano che si svela gradatamente nell'accurata trattazione degli spazi (...) Gabriella Niero - Avvenire - 2002

(... ) razionali,protese alla perfezione spirituale, le opere di Mauro Martin sono fatte di limpide "architetture" dove la realtà si mescola al sogno (...) Peres - La Repubblica - 2002

(...) Mauro Martin, artista torinese con una tecnica precisa che accosta i colori in modo misurato ottenendo un impianto scenico dalla valenza metafisica."Palazzo del mago"ci fa travalicare la realtà, leggeri, verso il sogno (...) Dino Gavagnin - Il Tirreno -2002

(...) Mauro Martin vive la sua utopia che muove dal '400 il "Palazzo del mago", che emana un fascino esoterico, si erge misterioso (...) N. M. - La Nazione - 2002

(...) l'affascinante utopia di Mauro Martin, si ammanta di mistero e di senso arcano come nel "Palazzo del mago" (...) Francesco Valma - Il Corriere di Firenze - 2002

(...) ci fa ammirare un misterioso "Palazzo del Mago" in un'atmosfera ricca di grande fascino (...) Orfango Campigli - Il Giornale - 2002

(...) incentra pittoricamente un suo racconto arcano nel quadro "Il Palazzo del Mago"ed altri in tema esoterico ove è concentrato un innegabile fascino (...) Orfango Campigli - Secolo d'Italia - 2002

(...) in questa interessante collettiva nella quale è presente Mauro Martin. In splendida forma , uno dei nostri autori più significativi dell' arte contemporanea, dopo i successi ottenuti a Roma, è approdato, in questi giorni a Firenze, dopo essere stato anche a Certaldo, per il Premio Italia, nel mese d'aprile. E' un segno inequivocabile della vitalità di Mauro Martin impegnato a far conoscere la propria arte non soltanto dalle nostre parti o a Venezia, sua patria d'origine, ma anche in altre significative realtà italiane... Edgardo Pocorobba - La Nuova Periferia - 2002

(...) tutto è terso, limpido perfetto nelle opere di questo artista da cui si deduce che la sua è una visione onirica, una speranza che va oltre l'immagine per condurci in un Mondo tutto suo,agognato ma utopistico. Parrebbe tutto questo sufficiente per farci arrendere ad una realtà che ci avvince imperterrita e crudele. Ma egli ci incoraggia con i suoi racconti, quella bambola seminascosta tra le foglie lucide, quei cieli lucidi di blu, quei castelli ove abitano maghi e principi sono la nostra speranza, la forza per continuare a sognare illudendoci di vivere e non di sopravvivere (...) Giorgio P. Cavalli - Artecultura - (mensile d'arte) - 2002

Una pittura colta ma non citazionista quella proposta dall’artista Mauro Martin nella recente,esauriente personale – comprensiva di disegni e multipli – alla galleria Gadarte. Stabilendo un felice equilibrio la sua cifra espressiva getta un ponte tra realismo e metafisica ispirandosi a memorie concrete e personali (di figure e luoghi) quanto alla dimensione storica (rinverdendo temi rinascimentali) e a quella immaginifica (in una sorta di itinerario di giardini incantati). Tracce convergenti nell’unisono di una pulitezza che governa il segno, il colore, l’architettura dell’opera. Roberta Fiorini – ECO d’arte moderna – 2004

(…) Martin, che da alcuni anni frequenta artisticamente la nostra città, si è fatto apprezzare al Fuligno per la sua “esperienza informale” rivelandosi, ancora una volta, autore raffinato e colto con composizioni dal suadente rapporto luce-colore nelle quali affiorano talvolta memorie della percezione figurativa (…) Roberta Fiorini – ECO d’arte moderna – 2005

(Galleria Gnaccarini: "Tra Emozione e Razionalità" - 23 artisti a Bologna - 2006) (…) Mauro Martin usa l’obiettivo al posto dei pennelli. Le sue fotografie denotano una non comune sensibilità (…) Orfango Campigli – La Repubblica – 2006

(…) fotografie metafisiche quelle di Mauro Martin, c’è nelle sue opere un che di magico in grado di librarsi nel tempo; di far si che avvenga come una sorta di scambio tra immagine fotografica e natura morta, al fine di rappresentare una realtà fantastica disciolta da ogni oggettiva classificazione. Si comprende tutto ciò osservando, ad esempio, le ombre catturate dall’obiettivo, disegnate da cartoncini variamente disposti (…) Francesco Valma – Il Domani – 2006

(…) Mauro Martin ci delizia con le sue splendide “nature morte”, foto d’un magico realismo (…) Orfango Campigli – Secolo d’Italia – 2006

(…) un pittore che fotografa, lo fa con sensibilità unica. Martin ha creato simboliche composizioni usando l’obiettivo anziché i pennelli (…) Giorgio Pilla – Il Resto del Carlino – 2006

(…) le sue fotografie con il tema della natura morta offrono uno spunto per riportare in luce la memoria e la nostalgia del quotidiano (…) Gabriella Niero – L’Unità – 2006

(…) è stata presentata una serie di “still life” dove lo scatto fotografico coglie composizioni di oggetti, piante d’appartamento, quadri, giocattoli, foto-ritratti, biscotti, libri… su piani puliti e rigorosi, come altari pronti per silenziosi riti quotidiani (…) Daniela Bellotti – Art Journal – 2006

(…) le nature morte interpretate da questo abile fotografo si esprimono nell’ordine misurato della forma e del colore che si svelano gradualmente nei singoli fotogrammi sapiente connubio stilistico, tra tecnica e soggetto, rende le immagini insolite, ben inserite nello spazio silente dell’ambientazione (…) Gabriella Niero – Archivio – 2006

(Galleria Scoletta San Zaccaria - Venezia - Collettiva di Primavera, 2006) (…) Mauro Martin fotografa, ma lo fa da pittore qual è, e nei suoi scatti si legge la caratura artistica con cui il racconto è delineato; una luce incorporea avvolge ed emoziona (…) T.B. – Il Gazzettino – 2006

(…) nelle fotografie di questo interessante artista risalta la dolcezza di un emotivo racconto colmo di affettuosi ricordi. Scatti con vecchie fotografie,libri, un vaso ed un rosa; poi un piccolo Pinocchio rosso, una pallina ed un pesce (…) Orfango Campigli – Gente Veneta – 2006

(…) per questa volta l’artista ha preferito la fotografia alla pittura. Lo fa con accattivante capacità compositiva che rivela le sue radici, pur mostrando una non comune competenza nel nuovo campo artistico. Rimane pur sempre una realtà che affascina ed inganna il fruitore (…) Giorgio Pilla – La Nuova Venezia – 2006

(…) inaugurerà sabato 14 alle 18, alla galleria Gnaccarini di Bologna, una personale dal titolo: “Proiezioni sentimentali”. In questa nuova esposizione artistica, Martin si è trasformato in splendido pittore (fotografo) metafisico, con una serie di accostamenti di oggetti legati alla propria esperienza di vita, ricordi d’infanzia, omaggio senza tempo ai genitori (…) Edgardo Pocorobba – La Nuova Periferia – 2006

(…) si cimenta con una serie di deliziose “foto/pitture” nelle quali trasla la sua capacità compositiva e cromatica. Le perfette composizioni alternano momenti onirici a rappresentazioni di lontane memorie familiari parti del vissuto dell’artista stesso (…) Giorgio Pilla – La Nuova – 2006

(…) espone una serie di fotografie dalle precise posture che emanano un profumo di storie vissute, radicate nel suo terreno di pittore (…) T.B. – Il Gazzettino – 2006

(…) un vero artista della fotografia atta a donare gioiosi e creativi racconti: visioni sublimate artisticamente dal colore e finezza segnica; è una pittura-fotografia che delizia lo spazio. Stupendo un “quadretto con ragazza” espressione di dolcezza (…) Orfango Campigli – Gente Veneta – 2006

“Elementi di pittura intimista espressi in digitale” recita il sottotitolo della recente personale di Mauro Martin e in effetti l’artista, operante a Chivasso in Piemonte, ha avviato nel 2006 un nuovo corso espressivo che trattiene gli stessi valori della sua esperienza pittorica, rivolta alla luce e alla purezza dell’immagine, traducendoli con un diverso mezzo, quello della composizione d’oggetti in fotografia. La personale di ottobre presso la galleria Gnaccarini di Bologna era stata preceduta dalla partecipazione nel medesimo spazio ad una collettiva presentata da Paolo Rizzi “Tra emozione e razionalità” e sempre con la stessa galleria l’artista è stato invitato alla fiera “Lineart” di Gent in Belgio, mentre ulteriore occasione è stata la presenza di queste opere presso la galleria Scoletta San Zaccaria di Venezia. E’ pubblicato anche un catalogo delle opere fotografiche e lo attende una personale a Firenze, presso “Gadarte” all’inizio di giugno 2007. Roberta Fiorni – ECO d’arte moderna - 2006

(…) Martin si esprime in una pittura fredda di valenza metafisica, con spunti legati al nostro rinascimento, lascia la figura in spazi aperti e crea un ponte tra il mondo classico ed il colore, giocando in immagini che non hanno tempo ma appartengono al momento (…) Lidia Mazzetto – ECO d’arte moderna – 2007

(…) il valente pittore piemontese ha messo in atto, da qualche tempo, il connubio foto/pittura con risultati più che soddisfacenti. Le opere presenti ci mostrano accurate composizioni “ pittoriche “ viste con l’occhio della camera oscura. L’artista ha saputo coniugare con proprietà tradizione manuale e presente tecnico (…) Giorgio Pilla – La Nuova – 2007

(…) Martin presenta deliziose composizioni pittoriche viste dall’occhio fotografico (…) T.B. – Il Gazzettino – 2007

(…) “Proiezioni sentimentali” – elementi di pittura intimista espressi in digitale – è la mostra che ha presentato l’artista piemontese Mauro Martin a Firenze presso la Galleria Gadarte, a cura di Eco d’arte moderna, nel mese di giugno. Nel fertile rapporto che Martin intrattiene con la nostra città questa sua terza personale sposta l’attenzione dal mezzo pittorico a quello fotografico ma con grande continuità espressiva. Nel catalogo edito per l’occasione si leggono testimonianze di Fulvio Roiter, Paolo Rizzi e Roberta Fiorini, a corollario del testo di Gianni Bertolino che definisce “teatro di oggetti” lo spazio metafisico in cui l’autore inquadra luce e forme come luoghi mentali, della memoria (…) Simone Baracchi – ECO d’arte moderna – 2007

(Galleria Lazzaro by Corsi, Milano – “Omaggio a Paolo Rizzi” – 2008) (…) artista a noi noto per le sue qualità pittoriche, ora si cimenta con la fotografia riunendo in un modello articolato memorie dei familiari (…) Dino Gavagnin – La Repubblica – 2008

Mauro Martin “dipinge” con l’occhio della camera oscura le piccole cose della sua infanzia (…) Giorgio Pilla – Libero- 2008

(…) volge le spalle ad ogni stilizzazione optando per un iperrealismo con un gioco ironico che dissacra il fotografismo, Pinocchio non è presente qui per puro caso (…) Fanco De Faveri – Il Giorno – 2008

(…) in questa mostra ci propone alcuni scatti fotografici che sembrano portare a ritroso nel tempo. Allontanandosi dal soggetto, sul gioco dei piani, sulle proporzioni e le calibrature, si coglie sempre la passione che il pittore ha per le concezioni spaziali rinascimentali (…) Sirio Perin – Gente Veneta – 2008

(…) s’impegna ora in una particolare tecnica fotografica per fermare, con ben strutturati componimenti formali, momenti di vita familiare da non perdere (…) Francesco Valma – L’Unità – 2008

(…) presenta alcune belle fotografie dal sotteso simbolico ovvero ricordi dell’infanzia fissati nella memoria di alcuni giocattoli come nel vivace burattino Pinocchio che suscita in noi una velata nostalgia (…) Gabriella Niero – Il Giornale – 2008

(...) ci da la riprova che la fotografia è sorella della pittura quando l'autore ha, come Lui, la capacità tecnica e compositiva per realizzarle (...) Giorgio Pilla - Art journal - 2008

(...) le sue fotografie dedicate ai giocattoli o alla forma perfetta di un fiore esprimono la minuziosa attenzione che l'autore ha per i particolari. La vivace presenza di un burattino di legno diventa un modo per rivivere le nostalgiche sensazioni del gioco e quindi dell'infanzia. Immagini dunque dal valore simbolico riscoperte per la loro intensità poetica (...) Gabriella Niero - Archivio - 2008

(...) un pittore donato alla fotografia che con le sue carte emulsionate ci narra di lontane memorie infantili, scandite in giovanili composizioni (...) Giorgio Pilla - Gente Veneta - 2008

(...) il bravo pittore piemontese si dedica da qualche tempo alla fotografia. Nei suoi scatti, tuttavia, si legge una indimenticata capacità compositiva con la quale egli incide mnemoniche visioni nelle quali sa cogliere una nostalgica avventura umana (...) Ezio Zanesini - La Nuova di Venezia e Mestre - 2008

(...) fa sì che fotografia e natura morta magicamente si compenetrino (...) Tita Bianchini - Il Gazzettino - 2008

(...) velocità come sinonimo di progresso nell’opera di Mauro Martin dal titolo “Torino” (2008). L’automobile e la scarpa ginnica segnano il passo verso il futuro, scrivendo la storia della città che si trasforma in storia collettiva, dell’intero Paese (...) Adelinda Allegretti - arte .go - 2009

(...) ormai da tempo il noto pittore torinese ha imboccato la strada della fotografia simbolica. Il Pinocchio ed il pappagallino qui esposti accendono fuochi che assomigliano sempre più a rimembranze nostalgiche (...) Ezio Zanesini – La Nuova – 2010

(...) un Pinocchio, giocattolo dell’infanzia e un uccello dal becco adunco e il piumaggio variopinto: due scatti fotografici che, con respiro metafisico, reinterpretano oggetti della quotidianità, della memoria. Rigorose composizioni di grande energia cromatica (...) Francesco Valma – Corriere della Sera – 2010

(...) Mauro Martin propone fotografie con lirica vena poetica (...) Tita Bianchini – Il Gazzettino – 2010

(...) questo attento pittore si affida ora alla tecnica fotografica per elaborare componimenti dai quali traspare una velata nostalgia per le cose del passato. I simulacri ripresi appartengono all’ieri, ma si volgono al domani (...) Giorgio Pilla – la Nuova – 2010

(...) il pittore-fotografo elabora scene che poi riprende con il mezzo tecnico, senza tuttavia perdere una certa "sostanza" pittorica che evidentemente esisterà sempre nel sentire la vita nei suoi vari momenti (...) Giorgio Pilla – Gente Veneta – 2010

(...) "burattino" e "recitativo" sono i titoli di due lavori presentati da questo artista: fotografie su carta applicata su alluminio. Egli usa il linguaggio fotografico mettendo in posa gli oggetti che circondano la sua vita, per rapporto con la luce e lo spazio. Si tratta dei più disparati oggetti: un vaso, una statuetta, un'automobilina, un modellino di un carro dei pompieri trainato da cavalli, un'etichetta, un giocattolo, una cartolina e via, via, le cose della quotidianità. Ma tutto è come trasfigurato in un orizzonte sempre più ampio: acquista valore di messaggio. La mente naviga tra presenze e ricordi in un gioco affascinante. Nell'attuale occasione l'artista espone un pinocchio, giocattolo della memoria e un pappagallino dal coloratissimo piumaggio (...) Francesco Valma – Corriere della Sera - 2010

(...) la sua pittura si snoda continuamente tra i due poli del figurativo e dell'astratto, facendoci cercare di comprendere che la pittura è un linguaggio a sé, dove il significante coincide col significato. L'esperienza informale nella pittura di Mauro Martin assume una peculiare connotazione metafisica per quella purezza dell'immagine che appare essere filo conduttore di tutta la sua ricerca, inconfondibile cifra del suo fare artistico permeando altrettanto le sue fotografie in digitale e i più recenti bassorilievi. La scelta antinarrativa delle tavole pittoriche eleva a protagonista lo spazio inteso come misura, irrinunciabile norma classica della proporzionalità, ma anche in senso concettuale per la sua qualità di "contenitore" del tempo e dunque di memorie. Attraverso un delicato equilibrio cromatico l'artista scandisce luci e ombre suggestionando la percezione di piani diversi per superfici che conservano la loro politezza seppure solcate da segni e rugosità impressi nella materia pittorica come tracce vibranti di ricordi, retaggio di una visione concreta ormai lontana, trasmigrata in una nuova dimensione, astratta, mentale. La "lettera" e il "viaggio" sono titoli ricorrenti delle opere di Martin e ci confermano la valenza simbolica di questo suo percorso informale intrapreso quasi come spoliazione del suo colto bagaglio figurativo per affrontare nuove ipotesi di relazione tra esigenza comunicativa e sintesi espressiva che trovano soluzione in questo affascinante dialogo tra apparenza ed essenza. La mostra è inserita negli eventi della Settima Giornata del Contempotaneo (8 Ottobre 2011) organizzata da AMACI con il sostegno della Direzione Generale per il Paesaggio, le Belle Arti, l'Architettura e l'Arte Contemporanee del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali(...) Massimiliano Sbrana – eramoderna.it – 2011

(...) Il delicato equilibrio cromatico delle opere di Mauro Martin di fonde con i segni e le rugosità impressi nella materia pittorica che si tramutano così in tracce vibranti di ricordi e retaggio di una visione ormai lontana (...) Massimiliano Sbrana – Exibart.com – 2011

(...) già seguace delle correnti pittoriche metafisiche, informali e astratte, è approdato al "realismo magico" e alla fotografia artistica. Di quest’ultima sono qui esposti superbi esempi attraverso magistrali riprese di un nudo femminile in vari momenti emozionali: ecco la farfalla, la forza di una statua greca, l’attesa, il rapimento interiore, la riflessione; ecco Venere e Dafne. La resa delle fotografie, in giclée su tela pittorica è straordinariamente nitida, luminosissima. I diversi ruoli sostenuti dalla modella nel personificare Amore, Bellezza, Fertilità, sono svolti alla perfezione sotto la regia dell’Artista. Intensa indagine psicologica e stupenda plasticità (...) Francesco Valma – Corriere della Sera/Corriere del Veneto - 2013

(...) non finisce di sorprenderci questo artista eclettico ed elegante. Dopo la stagione della pittura, sfociata nella fotografia mnemonica d’ambiente, ci offre qui una splendida serie di nudi muliebri, con una tecnica fotografica di grande impatto visivo, a mezzo dei quali fa scorrere momenti emozionali, ora intensi di passione (Rapture), quanto di storiche rimembranze (Hellenic Presence). Appare inoltre significativa la volontà dell’autore di mettere in evidenza la splendida duttilità della modella di cui egli riesce a percepire le intime istanze, portando in superficie gli stati d’animo e le sensazioni emotive. Da questa ultima fatica si evince come Mauro Martin sappia selezionare l’arte in toto nelle sue apparizioni. Giorgio Pilla – Gente Veneta - 2013

(...) oggi più che mai ci sentiamo in dovere di ricordare il suo passato di pittore, poiché in questa misurata serie fotografica di nudi femminili ha saputo istillare quell’anima di creatore di immagini che tanto ci colpirono. Se allora furono pennelli e colori il mezzo per far apparire magie introspettive, oggi il tramite è l’apparecchio fotografico, che Mauro dimostra di saper usare con la stessa sensibilità degli strumenti che gli furono tanto cari, che oggi si dimostra tanto duttile al fine di fissare immagini colme di passione, di inganni e indagini psicologiche. Ogni posa della modella ferma un momento di vita volta al passato, oppure definitiva per coagulare pensieri e stati d’animo attuali che solo l’Artista sa cogliere (...) Ezio Zanesini – La Nuova di Venezia e Mestre - 2013